La ricerca “I ragazzi e il cyber bullismo”
Laricerca è stata realizzata da Ipsos attraverso 810 interviste con questionari compilati online con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) a ragazzi di età compresa fra 12 e 17 anni, nel periodo che va dal 20 al 26 gennaio 2013.
Cosa è emerso:
- i social network sono la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo
- il bullo colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie/intime senza il suo consenso, la diffusione di notizie false via sms/mms/mail, la creazione di gruppi “contro”, il furto dell’e-mail, dei profili, o dei messaggi privati per poi renderli pubblici, l’invio di sms/mms/e-mail aggressivi e minacciosi.
Quali sono gli effetti dell’essere vittima di un’azione di cyber bullismo ?
In generale è l’isolamento è la conseguenza principale del cyber bullismo.
La ricerca, che fornisce dati differenziati per regione, evidenzia, inoltre, che un’azione di cyber bullismo:
- compromette il rendimento scolastico
- erode la volontà di aggregazione della vittima
- comporta serie conseguenze psicologiche come la depressione
colpendo maggiormente le ragazze rispetto ai ragazzi.
Chi sono le vittime?
Ragazzi percepiti come “diversi” per:
- aspetto fisico
- orientamento sessuale
- perché stranieri
- abbigliamento non convenzionale
- disabilità
- timidezza
Fattore di rischio è anche la “bellezza” per le ragazze se, per questa, “spiccano” nel gruppo.
Dove si scelgono le vittime?
Il reale, come già detto, si intreccia con il virtuale; la vittima può essere individuata durante la sosta in uno dei tanti luoghi di ritrovo consueti o, nella maggioranza dei casi, a scuola.
Cosa chiedono i ragazzi intervistati per contrastare tale fenomeno?
Maggiore vigilanza e guida. Attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione che prevedano il coinvolgimento di scuola, istituzioni, aziende e degli stessi genitori.
Quale deve essere il ruolo del docente?
Un’ottima analisi è quella compiuta da Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia:
“ Il docente deve essere un’ antenna pronta ad intercettare e leggere ciò che accade alle dinamiche relazionali della classe e, come tale, parte attiva insieme alla scuola nella costruzione di strategie preventive e di contrasto al fenomeno. I docenti però non vanno lasciati soli, il bullismo è un fenomeno complesso che spesso trae origine da un disagio profondo che riguarda il bullo e il gruppo, così come la vittima, e richiede dunque strategie in grado di cogliere e gestire questo disagio. Quindi, uscire da un’ottica di emergenza legata al singolo caso ed entrare in un’ottica di interventi strutturali a lungo termine è la strada da percorrere”.
Il ruolo dei genitori
Fondamentale il ruolo dei genitori che devono “vigilare” sulla vita digitale dei figli per poterli guidare a proteggere la propria privacy, reputazione ed immagine in Rete .
Nella ricerca emerge la figura delle madri “sentinelle digitali”: 46 % conoscono la password del profilo del figlio/a (nota al 36% dei papà).
Fonte: http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/Single?id_press=549&year=2013