Come difendersi dal cyber bullismo?


Un fenomeno preoccupante, in crescita come testimoniano gli ultimi fatti di cronaca, legato alla diffusione delle ICT è il cyber bullismo.

Una forma di bullismo che viene esercitata attraverso la Rete e che, secondo una recente ricerca commissionata da Save the Children, colpisce il 72% degli adolescenti italiani .

Una minaccia che nasce dal mondo virtuale e diviene reale inseguendo, senza barriere, le vittime a scuola, a casa, nel tempo libero.


La ricerca “I ragazzi e il cyber bullismo” 

Laricerca è stata realizzata da Ipsos attraverso 810 interviste con questionari compilati online con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) a ragazzi di età compresa fra 12 e 17 anni, nel periodo che va dal 20 al 26 gennaio 2013.

Cosa è emerso:

  • i social network sono la modalità d’attacco preferita dal cyber bullo
  • il bullo colpisce la vittima attraverso la diffusione di foto e immagini denigratorie/intime senza il suo consenso, la diffusione di notizie false via sms/mms/mail, la creazione di gruppi “contro”, il furto dell’e-mail, dei profili, o dei messaggi privati per poi renderli pubblici, l’invio di sms/mms/e-mail aggressivi e minacciosi.

Quali sono gli effetti dell’essere vittima di un’azione di cyber bullismo ?
In generale è l’isolamento è la conseguenza principale del cyber bullismo.

La ricerca, che fornisce dati differenziati per regione, evidenzia, inoltre, che un’azione di cyber bullismo:

  • compromette il rendimento scolastico
  • erode la volontà di aggregazione della vittima
  • comporta serie conseguenze psicologiche come la depressione

colpendo maggiormente le ragazze rispetto ai ragazzi.


Chi sono le vittime?
Ragazzi percepiti come “diversi” per:

  • aspetto fisico
  • orientamento sessuale
  • perché stranieri
  • abbigliamento non convenzionale
  • disabilità
  • timidezza

Fattore di rischio è anche la “bellezza” per le ragazze se, per questa, “spiccano” nel gruppo.

Dove si scelgono le vittime?
Il reale, come già detto, si intreccia con il virtuale; la vittima può essere individuata durante la sosta in uno dei tanti luoghi di ritrovo consueti o, nella maggioranza dei casi, a scuola.


Cosa chiedono i ragazzi intervistati per contrastare tale fenomeno?
Maggiore vigilanza e guida. Attività di informazione, sensibilizzazione e prevenzione che prevedano il coinvolgimento di scuola, istituzioni, aziende e degli stessi genitori.


Quale deve essere il ruolo del docente?
Un’ottima analisi è quella compiuta da Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia:
“ Il docente deve essere un’ antenna pronta ad intercettare e leggere ciò che accade alle dinamiche relazionali della classe e, come tale, parte attiva insieme alla scuola nella costruzione di strategie preventive e di contrasto al fenomeno. I docenti però non vanno lasciati soli, il bullismo è un fenomeno complesso che spesso trae origine da un disagio profondo che riguarda il bullo e il gruppo, così come la vittima, e richiede dunque strategie in grado di cogliere e gestire questo disagio. Quindi, uscire da un’ottica di emergenza legata al singolo caso ed entrare in un’ottica di interventi strutturali a lungo termine è la strada da percorrere”.


Il ruolo dei genitori
Fondamentale il ruolo dei genitori che devono “vigilare” sulla vita digitale dei figli per poterli guidare a proteggere la propria privacy, reputazione ed immagine in Rete .

Nella ricerca emerge la figura delle madri “sentinelle digitali”: 46 % conoscono la password del profilo del figlio/a (nota al 36% dei papà).

Fonte: http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/Single?id_press=549&year=2013