Cittadini digitali
Per vivere pienamente la cittadinanza digitale (ormai è un mantra)…è necessario poter contare su cittadini competenti digitali!
Formare i cittadini digitali è una priorità su cui l’Italia oggi fa sistema attraverso l’iniziativa strategica “Repubblica Digitale“ promossa dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri.
L’obiettivo?
- Combattere il divario digitale di carattere culturale presente nella popolazione italiana
- Sostenere la massima inclusione digitale
- Favorire l’educazione sulle tecnologie
- Accompagnare il processo di trasformazione digitale del Paese
Una vera”chiamata” per chi si occupa di formazione ed istruzione. Non è vero?
Per approfondire in dettaglio l’iniziativa e partecipare da protagonisti, il primo passo è consultare con autentico interesse il sito dedicato a tutti gli interventi messi in campo.
Siamo accolti da un’infografica, costantemente aggiornata, che ci fornisce percentuali e numeri di proponenti (associazioni società civile, Pubblica Amministrazione, settore privato), destinatari (cittadini, settore privato, settore pubblico) e distribuzione geografica (locale, regionale, nazionale). Inoltre, è possibile entrare nel dettaglio delle diverse iniziative e reperire utili informazioni su azioni e politiche sul tema della cittadinanza digitale. Una miniera di informazioni per noi come cittadini e professionisti (e una risorsa da esplorare insieme ai nostri studenti).
Agire in una dimensione europea
Repubblica Digitale aderisce alla Coalizione per le competenze e le professioni digitali della Commissione Europea (in cui si riuniscono le coalizioni nazionali composte da aziende ICT e ad alta intensità di TIC, fornitori di istruzione e formazione, ministeri dell’istruzione e dell’occupazione, servizi per l’impiego pubblici e privati, associazioni, organizzazioni senza scopo di lucro e parti sociali, che sviluppano misure concrete per portare le competenze digitali a tutti i livelli della società). Al centro della collaborazione tra gli stakeholder sono la formazione guidata dall’industria, la certificazione delle competenze, il miglioramento dei programmi scolastici e universitari e la sensibilizzazione sulle carriere nel settore delle TIC, in particolare tra i giovani e le donne. Attualmente sono attive 24 coalizioni e iniziative e di numerose altre si attende il lancio.
La “coalizione nazionale” italiana è coordinata da un comitato interministeriale guidato dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, a cui partecipano vari ministeri (Mibact, Istruzione, lavoro e welfare, politiche agricole e forestali, politiche giovanili e sport, pubblica amministrazione, sviluppo economico, università e ricerca), la Conferenza delle Regioni, UPI, Anci, Unioncamere, esponenti dell’ambiente della ricerca/università (appartenenti a CRUI, EU Code Week, ConPER), imprese, associazioni di cittadini, Rai, Istat, Osservatorio Competenze Digitali, Osservatorio Università e Impresa, Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, CINI, GII, GRIN, ecc.
Una risposta ad un’emergenza-bisogno
L’Italia, come emerge dai dati misurati da indicatori internazionali (DESI, OCSE), soffre una significativa carenza di competenze digitali nella popolazione a cui si lega:
- una limitata possibilità di esercitare i diritti di cittadinanza e di partecipare al dialogo democratico;
- una limitata disponibilità di soggetti in grado di coprire la richiesta crescente di posizioni lavorative in cui è richiesta la capacità di utilizzare tecnologie digitali;
- una limitata diffusione dei servizi digitali privati e pubblici.
Il manifesto per la Repubblica Digitale
Nel manifesto per la Repubblica Digitale, che è possibile sottoscrivere come amministrazione, impresa o organizzazione proponendo un’iniziativa di inclusione digitale, gli aderenti si impeganano a promuovere azioni concrete, capaci di produrre risultati misurabili e quantificabili sulla base dei tre seguenti principi:
1. Educazione al digitale
Cultura informatica e competenze digitali sono requisiti essenziali della cittadinanza.
I soggetti pubblici e privati aderenti assicurano di destinare risorse per svilupparle.
2. Cittadinanza digitale
La tecnologia digitale può favorire lo sviluppo di una nuova forma di cittadinanza basata su informazione di qualità, partecipazione alle deliberazioni, interazione civica e su un rapporto più efficace tra cittadini e pubblica amministrazione.
I soggetti pubblici e privati aderenti si impegnano a rendere disponibili i propri servizi in forma digitale in maniera accessibile e a “misura di cittadino”.
3. Digitale etico, umano e non discriminatorio
Il digitale può diventare uno spazio di eguaglianza e di sviluppo delle comunità e degli individui.
I soggetti pubblici e privati aderenti assumono l’impegno di contribuisre all’eliminazione di ogni ostacolo di ordine sociale, economico, geografico, tecnologico e culturale che può impedire di fatto l’uguaglianza tra i cittadini nell’utilizzo dei servizi pubblici e privati digitali e nell’accesso alle opportunità offerte dal digitale.
Rai per l’inclusione Digitale
Come azione concreta di adesione al manifesto per la Repubblica Digitale la Rai, tra altre iniziative messe in campo, ha prodotto e realizzato “Domande snack”. Domande con risposte brevi su lavoro, cittadinanza digitale, fake news, sicurezza, Iot, cloud, smart city, soldi e pagamenti destinate a non addetti ai lavori. Un vocabolario in di base del cittadino digitale in formato video (disponibile sulla piattaforma RaiPlay ma non solo).
Ecco alcuni esempi:
Quali sono le competenze digitali per una persona?
Cos’è l’identità digitale?
Cos’è la scuola digitale?
Quali sono le competenze digitali richieste a un insegnante?
È vero che con l’intelligenza artificiale si possono falsificare le persone?
Cos’è un nome a dominio?
Come faccio per capire se la mia professione è a rischio?
I video delle “Domande snack“ possono essere utilizzati come “tasselli ” da inserire nei percorsi formativi.