Orientati al cambiamento. Orientati alla Rete!


Nell’evoluzione del modo di comunicare e socializzare quale orientamento politico-culturale si sta affermando? Partiamo da una riflessione sui cambiamenti in atto nell’ambito della formazione.



Il ruolo di:

  • istituzioni
  • docenti
  • allievi
  • progettisti ed editori di prodotti/strumenti didattici

risulta modificato e profondamente influenzato dall’affermazione della Rete.

Alcuni elementi emblematici della rivoluzione socio-culturale in atto:

  • orientamento crescente ad offrire/erogare/utilizzare servizi formativi attraverso la Rete (corsi erogati in modalità e-learning, comunità di ricerca, comunità di condivisione/diffusione/scambio di buone prassi, repository di risorse ad accesso gratuito, ecc.);
  • acquisizione dell’abitudine quotidiana ad utilizzare la Rete come “protesi” per reperire informazioni o socializzarle;
  • facilitazioni per consentire l’accesso alla Rete (reso disponibile con strumenti diversificati fruibili in qualsiasi luogo o contesto), lo “sdoganamento” dell’uso di alcuni strumenti tecnologici (per esempio lo smartphone) in ambito scolastico;
  • evoluzione del ruolo del docente in “guida saggia” del discente nella ricerca, valutazione critica, archiviazione ed impiego delle informazioni reperite in Rete;
  • attestazione dell’archivio dinamico della rete web come “strumento”, ed insieme, “risorsa” per rispondere a bisogni/stili di apprendimento eterogenei;
  • progettazione di sistemi “amichevoli” che agevolano la partecipazione e la ricerca in Rete;
  • sviluppo di specifici studi finalizzati ad ottimizzare la ricerca e la comunicazione in Rete;
  • affermazione, da parte dei discenti, di un ruolo maggiormente attivo nella sperimentazione delle occasioni di apprendimento progettate dal docente in una prospettiva costruttivista;
  • affermazione di progetti collaborativi open source finalizzati a sviluppare tool didattici (con una particolare attenzione a quelli destinati a soggetti diversamente abili o con diagnosi di DSA).



Questo scenario di fatto, che si è imposto a seguito di una diffusione virale delle TIC in ogni contesto e, dunque, di riflesso anche nella scuola, è affiancato e sorretto da un orientamento politico che, nel giro di relativamente pochi anni, ha inteso dare al Nostro Paese un indirizzo “Digitale”.


L’Agenda Digitale Italiana (ADI)


L’Agenda Digitale Italiana (ADI) è stata istituita il primo marzo 2012.

I principali interventi sono previsti nei settori:
  • identità digitale,
  • PA digitale/Open data,
  • istruzione digitale,
  • sanità digitale,
  • divario digitale,
  • pagamenti elettronici,
  • giustizia digitale.


PARTIRE DALLA SCUOLA DIGITALE


  • Qual è l’obiettivo generale? Innalzare il livello di competenza digitale della popolazione.
  • Da dove partire? Il progetto, secondo la pianificazione dell’Agenda Digitale, parte dalla scuola, dal potenziare ed indirizzare l’attitudine naturale che i giovani “nativi digitali” hanno nei confronti delle nuove tecnologie.
  • In che modo? Formare gli allievi e preparali adeguatamente affinché sappiano cogliere al meglio le opportunità professionali offerte dalle TIC.
  • Quale strategia per la scuola digitale? La strategia è coerente con le indicazioni e i suggerimenti formulati nell’agenda digitale europea, ha come obiettivo il rinnovamento della didattica, prevede l’introduzione nella pratica educativa di linguaggi e contenuti digitali intende sostenere forme di apprendimento collaborativo.
  • Perché partire dalla scuola? La scuola è rimasta ai margini della grande rivoluzione digitale che ha trasformato tutti i settori della società. Operando sulla scuola è possibile non solo interessare “al cambiamento” circa 9 milioni di studenti e 1 milione di personale, ma anche riuscire a toccare la metà della popolazione italiana se si considera la “capacità di contagio digitale” nelle famiglie.


Elementi chiave dell’evoluzione digitale della scuola


Le principali norme che hanno influenzato l’ambito didattico sono le seguenti:

RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006 relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE)
La Raccomandazione declina con minuzia le competenze chiave che i cittadini europei, prima ricchezza dell’Unione, devono possedere. Esse, come è noto, sono otto: 1) comunicazione nella madrelingua; 2) comunicazione nelle lingue straniere; 3) competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4) competenza digitale; 5) imparare a imparare; 6) competenze sociali e civiche; 7) spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8) consapevolezza ed espressione culturale.

  • Come è descritta, nella Raccomandazione, la “Competenza digitale”?

La competenza digitale di un soggetto si espleta nel saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.
Fonte: http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2006:394:0010:0018:it:PDF

  • Come si configura il ruolo del docente che deve educare all’acquisizione della “Competenza Digitale”?

Il testo rende comprensibile il ruolo che il docente dovrebbe assumere nei confronti del discente, ovvero quello di “guida esperta” che gli consenta di acquisire “una solida consapevolezza e conoscenza della natura, del ruolo e delle opportunità, ma anche dei rischi, delle TSI nel quotidiano”.
La competenza digitale appare inscindibile dalla Rete strumento ed ambiente in cui il cittadino digitale deve sapersi muovere in autonomia e sicurezza.
Il concetto di “rete” travalica l’aspetto tecnico e diviene un vero e proprio modo di rapportarsi al mondo, di lavorare, di creare, di produrre; un senso aggiuntivo che, il docente, deve far sviluppare armoniosamente nel discente.


Legge 133 del 6 agosto 2008 art. 15.
Essa prevede:
– che a partire dall’anno scolastico 2008-2009 i competenti organi individuino “preferibilmente” i libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete internet;
– che gli studenti accedano ai testi disponibili tramite internet, gratuitamente o dietro pagamento a seconda dei casi previsti dalla normativa vigente;
– che, a decorrere dall’anno scolastico 2008-2009, i libri di testo per le scuole del primo ciclo dell’istruzione e per gli istituti di istruzione di secondo grado siano prodotti nelle versioni a stampa, on line scaricabile da internet, e mista;
– che a partire dall’anno scolastico 2011-2012, il collegio dei docenti adotti esclusivamente libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista.
Fonte http://www.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm



Circolare Ministeriale n. 16 del 10 febbraio 2009.
Essa ha fornito indicazioni e dettato istruzioni per l’adozione, relativamente all’anno scolastico 2009/2010, dei testi scolastici nelle scuole di ogni ordine e grado richiamando la progressiva transizione ai libri di testo on line o in versione mista (prescrivendo, a partire dall’anno scolastico 2011-2012, l’adozione da parte del collegio dei docenti esclusivamente di libri utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o mista).
Fonte http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/allegati/cm16_09.pdf

Accessibilità ed inclusione: punti cardine del cambiamento 


Il tema dell’accessibilità è centrale in questo mutamento culturale come si evince dall’analisi della normativa.
Decreto Ministeriale 30 aprile 2008 «Regole tecniche disciplinanti l’accessibilità agli strumenti didattici e formativi a favore degli alunni disabili».
Legge 9 gennaio 2004, n. 4, recante disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici , recante «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici» (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004).
Essa fa riferimento, esclusivamente, ai siti pubblici (o di interesse pubblico) e risulta particolarmente significativa per le definizioni di «accessibilità» e «tecnologie assistive» contenute.

  • «Accessibilità»: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari.
  • «Tecnologie assistive»: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici.


Decreto del Presidente della Repubblica, 1 marzo 2005, n. 75. Regolamento di attuazione della legge 9 gennaio 2004, n. 4 per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici. (G.U. n. 101 del 3 maggio 2005)
Nell’ Art. 1 sono fornite chiare definizioni di cosa si debba intendere per:

  • valutazione: processo con il quale si riscontra la rispondenza dei servizi ai requisiti di accessibilità;
  • verifica tecnica: valutazione condotta da esperti, anche con strumenti informatici, sulla base di parametri tecnici;
  • verifica soggettiva: valutazione del livello di qualità dei servizi, già giudicati accessibili tramite la verifica tecnica, effettuata con l’intervento del destinatario, anche disabile, sulla base di considerazioni empiriche;
  • fruibilità: la caratteristica dei servizi di rispondere a criteri di facilità e semplicità d’uso, di efficienza, di rispondenza alle esigenze dell’utente, di gradevolezza e di soddisfazione nell’uso del prodotto.

Risulta evidente “l’orientamento all’utente”.

Nell’ Art. 2 sono indicati i criteri e principi generali per l’accessibilità. La “fruibilità” delle informazioni, si legge, è strettamente a:
– facilità e semplicità d’uso,
– livello di efficienza ed efficacia che garantisce,
– livello di soddisfazione nell’uso,
– compatibilità con le linee guida sull’accessibilità dell’Unione europea,
– compatibilità con le normative internazionalmente riconosciute e tenendo conto degli indirizzi forniti dagli organismi pubblici e privati, anche internazionali, operanti nel settore, quali l’International Organization for Standardization (ISO) e il World Wide Web Consortium (W3C).
Decreto Ministeriale dell’8 luglio 2005 «Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici» che stabilisce le linee guida recanti i requisiti tecnici e le metodologie per la verifica dell’accessibilità dei siti Internet, nonché i programmi di valutazione assistita utilizzabili a tale fine.
Fonte http://www.governo.it/Presidenza/web/accessibilita.html


Dal docente in classe alla comunicazione con il territorio: il sito web della scuola


La conoscenza della normativa sopra sinteticamente analizzata risulta molto preziosa, in particolare, per chi opera nella scuola come Funzione Strumentale deputata alla gestione del sito web.
A tale proposito risulta molto illuminante la consultazione delle pagine on line in cui si presenta il progetto Minerva “Scuola e web” (http://www.minervaeurope.org/publications/qualitycriteria-i/indice0512/gastaldelloscuolaeweb.html).

Nonostante di tratti ormai di un progetto “datato”, gli input e la visione forniti continuano ad essere attualissimi!

Come il progetto Minerva ha incontrato il mondo della scuola?
A seguito del Protocollo d’intesa in materia di “applicazione delle Tecnologie ICT per l’Istruzione e la cultura” siglato il 16 dicembre 2004 tra:
– Dipartimento per la ricerca, l’innovazione e l’organizzazione,
– Direzione generale per l’Innovazione tecnologica e la promozione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
– Dipartimento per la programmazione ministeriale e per la gestione ministeriale del bilancio, delle risorse umane e dell’informazione,
– Direzione generale per i sistemi informativi
è stata prevista la diffusione e l’adozione dei prodotti di MINERVA presso le scuole. Nello specifico è stato realizzato il prototipo di un sito web per le scuole italiane, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per il Lazio, dirigenti scolastici, insegnanti e tecnici, oltre che rappresentanti delle associazioni dei genitori e degli studenti.

Il prototipo destinato ai siti scolastici capitalizza l’esperienza del precedente prototipo MINERVA creato per i piccoli musei “Museo & Web”.
“Museo & Web” era, infatti, stato sviluppato in gruppi di lavoro a livello europeo e intendeva rispondere all’esigenza di fornire uno strumento (CMS) che puntasse su:

  • centralità dei contenuti,
  • qualità dei contenuti
  • accessibilità

specificamente nell’ambito del patrimonio culturale di competenza pubblica.