Pensando alla “partecipazione” viene subito in mente, almeno a me, il discorso tenuto, nel 1955, da Piero Calamendrei agli studenti milanesi.
“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. P.Calamandrei”
[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=2j9i_0yvt4w&w=420&h=315]
In un contesto globalizzato l’indifferenza dalla quale ci dobbiamo guardare non si riferisce solo al contesto nazionale ma si deve allargare nella prospettiva dell’influenza reciproca che, oggi, forse più che ne passato, i vari Paesi esercitano gli uni sugli altri.
Mi sono recentemente imbattuta nella lettura del “Manuale delle migliori pratiche di e-participation” (disponibile su www.eparticipation.eu), edito nel 2012, risultato del progetto finanziato dal Programma INTERREG IVC “eCitizen II – verso servizi di eGovernment per il cittadino nelle città e nelle regioni europee”. Un testo divulgativo che spiega con chiarezza il concetto di “e-Participation”
Educare alla partecipazione
Educare alla partecipazione, si legge, è consentire ai cittadini di prendere parte all’adozione delle decisioni che li interessano. Dunque, il termine “e-partecipazione” indica una partecipazione agevolata dalle risorse tecnologiche. Una modalità di interazione che valorizza la familiarità, soprattutto delle nuove generazioni, con gli strumenti della comunicazione digitale.
Partecipare nell’era di internet
La rete offre attualmente ai governi non solo l’opportunità di informare in modo trasparente e capillare ma anche di aprirsi ad un confronto diretto con la base.
Il rischio del deficit di democrazia
Un pericolo verso il quale non si può e deve mai abbassare la guardia la perdita di un’effettiva democrazia. La minaccia di un deficit democratico nella società è ben nota alle amministrazioni statali che, come sottolineato nel testo sopra citato, hanno iniziato a rafforzare le opportunità partecipative per un reale coinvolgimento nel processo politico mediante:
-
iniziative,
-
campagne di informazione,
-
progetti di vario genere.
Il processo decisionale partecipato
La pianificazione del processo decisionale partecipato è suddivisa, nel testo, in cinque fasi:
-
FASE – Background, Aspettative
-
FASE – Pianificazione del processo
-
FASE – Azione: attività di e-partecipation
-
FASE – Comunicazione
-
FASE – Decisione, Valutazione, Feedback
Sono, infine, presentati casi di studio di e-partecipazione alcuni dei quali riguardanti l’italia http://eparticipation.eu/country/italy/.