La cittadinanza digitale viaggia, oltre che in rete, su un vocabolario in continua evoluzione.
Si rincorrono acronimi e nuove espressioni a comporre una sorta di lingua sovranazionale che accomuna i frequentatori del cyberspazio. Non si tratta di un linguaggio settoriale, piuttosto di una “nuova lingua che parla il digitale”.
Dopo essere riusciti, senza troppi danni, ad ampliare il nostro patrimonio lessicale con termini legati all’uso del pc e della rete, siamo ora chiamati, quasi costantemente, ad un nuovo sforzo di apprendimento (LIM, CMS, LMS, Cloud, MOOC’s, …).
Probabilmente, mai come ora, la lingua si è arricchita con tanta velocità. La dimensione digitale e i tempi della comunicazione nel web hanno, com’è noto, modificato la struttura del linguaggio comune orientandolo verso una generale semplificazione.
Se la struttura è più semplice e quindi, si immagina più chiara, l’introduzione costante e veloce di nuove parole ostacola, nei fatti, la comunicazione.
Chi emette il messaggio, a volte, trascura di considerare con la giusta attenzione il livello di competenza del ricevente.
Un esempio: on line proliferano news e confronti su Cloud computing e MOOC’s .
Ma è tutto così chiaro a tutti?
C’è da non esserne troppo sicuri.
E se non è chiaro, che valore ha questa comunicazione? E se non è chiaro, non si rischia che il dibattito si tenga solo tra pochi vanificando il potere della rete?
Tutta “colpa” di chi comunica?
Secondo i manuali lo sarebbe (“l’emittente è responsabile dell’efficacia della comunicazione al 100%” mi hanno insegnato).
Io, però, in questo caso, non sono del tutto d’accordo.
Il cittadino digitale non può ignorare il diritto-dovere ad apprendere durante tutto l’arco della propria vita e questo riguarda anche il seguire l’evoluzione del linguaggio.
Imparare a “parlare digitale” è indispensabile come parlare in madre lingua per poter essere cittadini attivi.
Anni fa ci avrebbero consigliato di sfogliare il vocabolario cartaceo…oggi dobbiamo abituarci a navigare la rete per reperire non solo informazioni ma anche definizioni dei nuovi termini in uso.
Proprio come si dovrebbe fare se si imparasse diligentemente una lingua straniera, non “sorvoliamo” su ciò che non conosciamo, non accontentiamoci di una parziale comprensione del messaggio. Selezioniamo on line fonti attendibili e arricchiamo il nostro linguaggio digitale.