Crowdsourcing, la folla virtuale, la scuola


Il termine crowdsourcing  è stato utilizzato, per la prima volta, da Jeff Howe in un articolo apparso nel 2006 su Wired Magazine intitolato “The Rise of Crowdsourcing “.

Technological advances in everything from product design software to digital video cameras are breaking down the cost barriers that once separated amateurs from professionals. Hobbyists, part-timers, and dabblers suddenly have a market for their efforts, as smart companies in industries as disparate as pharmaceuticals and television discover ways to tap the latent talent of the crowd. The labor isn’t always free, but it costs a lot less than paying traditional employees. It’s not outsourcing; it’s crowdsourcing.

http://www.wired.com/wired/archive/14.06/crowds.html 

In cosa consiste, in concreto, il crowdsourcing?

La potenzialità del crowdsourcing si basa sul concetto che, siccome si tratta di una richiesta aperta a più persone, si potranno riunire quelle più adatte a svolgere determinate attività, a risolvere problemi di una certa complessità, e a contribuire con idee nuove e sempre più utili.

http://it.wikipedia.org/wiki/Crowdsourcing

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=F0-UtNg3ots&w=560&h=315]

Crowdsourcing: information literacy skill chiave per il cittadino digitale

Utilizzare in modo competente e collaborativo la rete è un’ information literacy skill chiave per l’allievo, cittadino digitale, che usa il web come ambiente-risorsa per apprendere.

Il crowdsourcing, infatti, consente di ampliare, grazie alla folla della rete, l’intelligenza individuale e tradurla in intelligenza collettiva.

[…] utilizzare reti di apprendimento personali per entrare in contatto con diverse opinioni, trovare esperti esterni e usare la saggezza di una rete di persone per individuare le risposte più complete e porre le domande migliori .

http://www.edudemic.com/crowdsourcing-in-the-classroom/

Tutti devono poter partecipare e devono poter porre domande

Gli studenti devono essere educati a ricercare in rete le informazioni di cui hanno bisogno e a pensare all’altro come “risorsa utile e complementare”.

È importante che, nel gruppo che apprende in rete, sia riconosciuto a tutti lo stesso “peso”; è indispensabile, inoltre, imparare a valorizzare i punti di forza di ciascun componente della rete. Questo approccio consente di realizzare l’obiettivo fissato massimizzando lo standard qualitativo.

Per approfondire l’uso didattico del crowdsourcing   www.edudemic.com/crowdsourcing-in-the-classroom/