“Digital Literacy and Citizenship Curriculum” un training on line

Attraverso il sito di Common Sense Media è possibile formarsi in modo gratuito sul tema “Digital Literacy and Citizenship”.

Cos’è Common Sense Media?

Common Sense Media (CSM) è un’organizzazione no profit, con sede a San Francisco, che si occupa di studiare ed educare giovani, genitori e docenti ad un uso competente dei media.

Fondata nel 2003 da Jim Steyer in 2003, Common Sense Media cura la recesione di libri, film, programmi televisivi, video giochi, app, produzioni musicali e siti web al fine di offrire una “guida ragionata alla fruizione”.

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Il corso “YouTube & Digital Citizenship” per una gestione competente dell’esperienza on line

Come fornire a studenti e docenti competenze utili e una visione complessiva rispetto ai comportamenti sicuri e responsabili nelle attività online?

È a questo quesito che YouTube risponde con il corso interattivo “Understanding YouTube & Digital Citizenship”, disponibile gratuitamente on line, rivolto agli studenti  (età 13+).

I contenuti

– Norme di YouTube
– Come segnalare contenuti su YouTube
– Come proteggere la loro privacy online
– Come essere membri responsabili della community di YouTube
– Come essere dei buoni “cittadini digitali”

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Come immaginate il futuro? Come educare a condividere idee e talento?

Il Directorate General for Communications Networks, Content and Technology  (DG CONNECT) della Commissione Europea ha dato vita, nel 2012,  a “Futurium”: una piattaforma on line finalizzata a promuovere una riflessione collettiva e collaborativa sulle politiche in materia di ICT.

futurium

Parole d’ordine sono: cogliere le tendenze, “immaginare” il progresso tecnologico, favorire il dibattito, condividere nuove idee per il miglioramento della qualità della vita. 

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Dita di una medesima mano…che afferra il futuro!

Se da tempo, almeno in teoria, abbiamo maturato necessità e vocazione a progettare interventi formativi interdisciplinari, è di recente che cominciamo a riflettere su:

  • Imparare ad imparare
  • Competenze linguistiche
  • Tecnologie nella scuola
  • Competenza digitale
  • Cittadinanza digitale

come indispensabile “base unitaria” su cui far crescere le competenze disciplinari e la persona nel suo complesso.

Cinque elementi che compongono, come se fossero dita, la mano dell’apprendente contemporaneo, cittadino digitale, consentendogli di partecipare e  afferrare il futuro.

Fonte http://www.flickr.com/photos/toxickore/
Fonte http://www.flickr.com/photos/toxickore/

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Crowdsourcing, la folla virtuale, la scuola

Il termine crowdsourcing  è stato utilizzato, per la prima volta, da Jeff Howe in un articolo apparso nel 2006 su Wired Magazine intitolato “The Rise of Crowdsourcing “.

Technological advances in everything from product design software to digital video cameras are breaking down the cost barriers that once separated amateurs from professionals. Hobbyists, part-timers, and dabblers suddenly have a market for their efforts, as smart companies in industries as disparate as pharmaceuticals and television discover ways to tap the latent talent of the crowd. The labor isn’t always free, but it costs a lot less than paying traditional employees. It’s not outsourcing; it’s crowdsourcing.

http://www.wired.com/wired/archive/14.06/crowds.html 

In cosa consiste, in concreto, il crowdsourcing?

La potenzialità del crowdsourcing si basa sul concetto che, siccome si tratta di una richiesta aperta a più persone, si potranno riunire quelle più adatte a svolgere determinate attività, a risolvere problemi di una certa complessità, e a contribuire con idee nuove e sempre più utili.

http://it.wikipedia.org/wiki/Crowdsourcing

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=F0-UtNg3ots&w=560&h=315]

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Partire dal dubbio

fonte http://www.flickr.com/photos/40385177@N07/
fonte http://www.flickr.com/photos/40385177@N07/

Essere cittadini digitali, lo abbiamo letto e detto ormai fino alla noia, è, anche, sapersi muovere criticamente nella dimensione reale del digitale e rispondere consapevolmente alle sollecitazioni che provengono dal web.

Il soggetto ha buone competenze digitali, usa con consapevolezza le tecnologie della comunicazione per ricercare e analizzare dati ed informazioni, per distinguere informazioni attendibili da quelle che necessitano di approfondimento, di controllo e di verifica e per interagire con soggetti diversi nel mondo.

da Indicazioni Nazionali del 2012 per il curriculo della scuola dell’infanzia e della scuola primaria

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Cloud computing? MOOC’s? Imparare a parlare digitale

La cittadinanza digitale viaggia, oltre che in rete, su un vocabolario in continua evoluzione.

Si rincorrono acronimi e nuove espressioni a comporre una sorta di lingua sovranazionale che accomuna i frequentatori del cyberspazio. Non si tratta di un linguaggio settoriale, piuttosto di una “nuova lingua che parla il digitale”.

Dopo essere riusciti, senza troppi danni, ad ampliare il nostro patrimonio lessicale con termini legati all’uso del pc e della rete, siamo ora chiamati, quasi costantemente, ad un nuovo sforzo di apprendimento (LIM, CMS, LMS, Cloud, MOOC’s, …).

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Se non ora, quando? Se non a scuola, dove?

Molte sono ancora le resistenze ad inserire tra gli argomenti di studio i social network e a favorirne, in classe, un uso guidato che possa consolidare negli allievi specifiche competenze comunicative, digitali e relazionali.

Perché?

Tra le diverse ragioni della chiusura dell’aula ai social network vi sono senza dubbio:

  • mancanza di competenze da parte dei docenti

La maggioranza dei docenti (digital immigrant) non è in possesso di competenze utili a “condurre” gli allievi nella conoscenza (non solo teorica) dei social network.

Diversi sono i docenti in rete…ma quanti sono in grado di progettare un’esperienza didattica in cui il discente possa imparare ad essere cittadino digitale?

  • timore di legittimare il nuovo

Nonostante le indicazioni europee e ministeriali, relative all’organizzazione dell’offerta formativa e del curriculum, aprano le porte al digitale, permane tra i docenti un certo timore a legittimare qualcosa che è profondamente diverso da ciò che, per tradizione consolidata, si studia sui banchi di scuola.

Sembra quasi che, LIM a parte, la tecnologia sia considerata qualcosa che gli allievi debbano abiurare all’atto dell’appello per potersi “seriamente” dedicare allo studio.

  • senso di “protezione”

È forte il sentimento di protezione  dei minori da eventuali pericoli legati ad una loro presenza in rete. Esso è condiviso da genitori e docenti ed è, in parte, dovuto alla consapevolezza di non poter vigilare in modo competente.

I docenti, inoltre, temono il carico di responsabilità che si andrebbe ad aggiungere a quelle, già numerose, che gravano sulle loro teste conducendo, anche solo virtualmente, gli allievi fuori dall’aula durante le ore scolastiche.

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EXPOSCUOLA, JOB MEETING e LA CITTÀ DEL GIOCO a Padova a Novembre

Exposcuola

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Exposcuola, alla sua sedicesima edizione, torna ad animare gli spazi di PadovaFiere dal 7 al 9 novembre prossimi.

A chi e a cosa è dedicato? Dedicato all’educazione, all’orientamento scolastico verso la scuola superiore e post-diploma e alla formazione professionale è aperto a studenti e famiglie, insegnanti e personale della scuola.

Oltre a occuparsi di orientamento, Exposcuola si propone  come luogo privilegiato di incontro e di scambio sui temi di maggiore attualità inerenti il mondo dell’istruzione, con un occhio attento ai contesti sociali in cui questo opera.

Tavoli di incontro si occuperanno di scuola e innovazione, per fare il punto sulla riforma digitale e i suoi percorsi funzionali e migliorativi nel servizio scolastico veneto, e si parlerà anche di edilizia scolastica.

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Come sarà la scuola nel 2020?

“Professionalità docente fra ricostruzione e sviluppo: insegnamento e qualità della scuola verso il 2020 (Reconstruction and development in the teaching profession: school quality towards 2020)“ questo è il tema della giornata di studio che si terrà il 25 Ottobre 2013 a Mirandola (Modena) organizzato dall’A.N.F.I.S. . Gli argomenti oggetto di approfondimento nell’evento, patrocinato dall’UNESCO, saranno: professionalità docente … Leggi tutto

DIGITAL CLIL: competenze linguistiche e digitali

Cosa vuol dire progettare un digital CLIL? Come costruire un’esperienza di apprendimento in cui guidare gli allievi ad agire in modo integrato le competenze linguistiche, digitali, disciplinari? Su www.girlgeeklife.com è pubblicato un articolo, per tutti coloro che si occupano di formazione ed amano le sfide del cambiamento, utile ad avvicinarsi a questa nuova metodologia didattica “Digital CLIL: la … Leggi tutto

Quale formazione per il settore ICT?

L’Università prepara al lavoro? Il caso delle lauree in ambito ICT

Assolombarda e Fondazione Politecnico di Milano hanno effettuato uno studio sui laureati nel settore dell’Information Technology.

Allo studio hanno risposto i laureati in Ingegneria Informatica, delle Telecomunicazioni, Elettronica e Automatica del Politecnico di Milano e i laureati in Informatica dell’Università degli Studi di Milano. L’analisi, condotta dall’Osservatorio degli ingegneri della Fondazione Politecnico di Milano, ha coinvolto tutti i laureati di primo livello, secondo livello e ciclo unico che hanno completato gli studi tra il 2002 e il 2012.

L’Osservatorio si pone come obiettivo quello di monitorare le competenze dei giovani laureati, al fine di avvicinare la formazione universitaria ai fabbisogni delle imprese in termini di capacità e competenze richieste al capitale umano qualificato vi opera.

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