Cos’è la Deloitte Millenial Survey?
È uno studio condotto da Deloitte in collaborazione con Millward Brown, società per azioni del Regno Unito, su più di 7800 giovani provenienti da 29 diversi Paesi del mondo.
Tutti gli intervistati appartengono alla categoria dei “Millennials”, ovvero giovani nati dopo il 1982: diplomati, laureati, impiegati a tempo pieno che lavorano prevalentemente in grandi organizzazioni private / grandi aziende del settore privato (con più di 100 dipendenti).
Quali i dati raccolti?
Secondo la Millennials Survey di Deloitte i giovani italiani under 30 aspirano a lavorare in aziende innovative, soprattutto nei settori delle telecomunicazioni, dei media e della tecnologia.
– I ragazzi italiani sono più sensibili al tema della creazione di posti di lavoro, percepita come scopo primario delle imprese (43% vs media globale 36%).
– Solo poco più di 3 giovani italiani su 10 credono che il mondo del lavoro sia etico, si impegni a migliorare la società o agisca in modo sostenibile (32% vs 52% media globale).
– I giovani italiani sono poco convinti del contributo delle imprese a livello internazionale sul benessere della società (44% vs media resto del mondo 73%).
Telecomunicazioni, media e tecnologia i settori più attrattivi per i “Millennials” italiani (48% vs media globale 46%). Link all’infografica
E sul versante delle imprese?
La quarta indagine annuale condotta da Deloitte sui giovani del nuovo millennio mette in luce la necessità per le imprese di essere incentrate sulle persone e sui loro obiettivi e non solo sui prodotti e i profitti.
Sono necessari profondi cambiamenti
Perché l’incontro tra chi cerca occupazione e chi la offre consenta di raggiungere alti livelli di performance il mondo delle imprese, in particolare quello relativo ai mercati sviluppati, necessita di profondi cambiamenti.
Il fine? Attirare e poi trattenere le risorse umane.
Qual è la figura del nuovo leader?
Secondo lo studio condotto dalla Deloitte Global a livello nazionale emerge un dato importante: il 79% dei “Millennials” italiani è convinto che il business sia principalmente focalizzato su propri interessi piuttosto che sulla crescita della società nel suo complesso (vs media mondiale del 75%).