Il dibattito è aperto.
L’aumento di realtà che le tecnologie ci consentono di vivere e sperimentare influenza il nostro modo apprendere. La formazione in “mondi virtuali” comincia a poter vantare una tradizione, fornisce dati ed esempi di applicazione sufficienti per studiarne e comprenderne i punti deboli, immaginare e pianificare nuove strategie.
Nel mode “sempre connessi” viviamo costantemente un doppio io (analogico-digitale); al centro, anche nell’apprendimento, è l’esperienza che conduciamo in una dimensione social. Muovendoci in nuovi spazi e utilizzando nuovi strumenti che annullano tempo e distanza, abbiamo l’opportunità, insieme, di personalizzare, globalizzare e mettere in rete idee, persone e cose.
Il virtuale si propone come spazio in cui è possibile per l’utente vivere percorsi di conoscenza attraverso il gioco, la condivisione, il racconto; la ricerca è orientata ad offrire nuove soluzioni (tecniche e metodologiche) perché il learner possa sperimentare azioni attive e gratificanti di co-costruzione delle proprie conoscenza e competenze.
Il cambiamento in atto è velocissimo. Per non esserne sopraffatti, per poterlo cavalcare è indispensabile essere pronti a partecipare attraverso il confronto.
Call for papers on Learning in cyber physical worlds (Deadline 27/04/2014)